Negli ultimi giorni sui nostri social abbiamo pubblicato degli eventi queer festosi, e degli elogi funebri contenenti le parole di chi conosceva Cloe Bianco e Sasha, Nevila e Camilla: a colpo d’occhio crea uno strano contrasto, ma non lo è davvero. Incontrare una ostilità costante ha gravi conseguenze, ed è il motivo per cui abbiamo bisogno di spazi dove non incontrarne, dove esprimerci o baciarci senza pericolo come gli etero-cis possono fare in qualsiasi bar, piazza e città, e dove organizzare la lotta.
Riguardo alle persone trans che sono morte, per trovare articoli che non usassero né il dead name né il sesso assegnato alla nascita abbiamo sudato. Praticamente tutti hanno bisogno di rimarcarli: qualche articolo usa solo quelli, qualche altro gioca su una “incongruenza” o sul “contrasto” tra “il prima e il dopo”. Tra ignoranza, transfobia, e caccia al click, non sappiamo più dove guardare. Articoli su “prima e dopo” li vediamo anche su persone trans famose attualmente in vita, sempre per fare click-bait presentandole come “freak-show”. Vaffanc*lo. Le persone delle nostre comunità non esistono per farvi fare schei. Il fatto che non vediate o non vi importi di peggiorarne la situazione è parte del problema.